La sostituzione di un antico elemento strutturale.
Durante i lavori di restauro e di consolidamento del castello della Torre del Gallo, sulle colline a sud di Firenze, è stato necessario concertare un intervento di sostituzione di una colonna storica del cortile inferiore della costruzione.
L’aspetto odierno dell’edificio, acquistato dall’antiquario Stefano Bardini nel 1902, è frutto di un restauro in stile neo-medievale eseguito dal Bardini negli anni immediatamente successivi.
L’antiquario, che aveva sistemato il suo deposito e laboratorio nelle immediate vicinanze, impiegò nella nuova sistemazione della costruzione, le tecniche più moderne dell’epoca, quali l’uso di laterizi alleggeriti per foratura nella realizzazione di volte nervate; armature in ferro per conferire resistenza alle tipologie strutturali murarie tradizionali; un sistema centralizzati nel sottosuolo per riscaldare ad aria i vasti ambienti superiori.
L’edificio fu ingrandito, abbellito e dotato di elementi costruttivi e decorativi recuperati da antiche costruzioni e comunque tutti di notevole valore estetico in quanto il Castello stesso fu usato da Bardini come un affascinante salone di esposizione per i sui commerci.
La colonna che è stato necessario sostituire sostiene i vani del piano primo che recingono su due lati il cortile grande, ha un diametro di circa 60cm ed una altezza, suddivisa in due rocchi, di circa quattro metri; la patologia che affliggeva la colonna storica era una lunga discontinuità verticali passante, che con il procedere dei lavori di restauro del Castello, si è aggravata a livello tale da escludere qualsiasi tecnologia di consolidamento.
Fra l’altro il livello di impegno statico era reso ulteriormente problematico sia per la presenza di una estesa mancanza di materiale, “scucchiaiato” in corrispondenza del piano di accoppiamento orizzontale fra i due rocchi di marmo, sia per una serie di ricostruzioni alla base del rocchio inferiore, la cui natura è stata evidente soltanto dopo l’esecuzione del terzo taglio di smontaggio alla base, immediatamente al di sopra del cuscino di appoggio a terra.
La colonna era realizzata in marmo cipollino dell’Eubea e con tale marmo greco è anche stata nuovamente lavorata e rimontata.
Il materiale, accuratamente ricercato ed approvato nella sua caratteristica venatura per la sua massima somiglianza cromatica e grana, rispetto a quello esistente, proviene dalla medesima zona di estrazione ed è stato riconfigurato geometricamente da una azienda specialistica di Carrara.
Le operazioni di asportazione e riposizionamento sono state eseguite con la progettazione e l’assistenza operativa continua del nostro studio; il sostegno provvisionale è stato ottenuto con quattro martinetti idraulici a blocco meccanico, che complessivamente hanno sollevato la costruzione muraria con circa 60 tonnellate di azione quasi statica.