Committente: Opera di Santa Maria del Fiore di Firenze
Anno: 2007/2016
Importo lavori: 3.784.000€
La realizzazione del nuovo Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore è il frutto di un complesso ed impegnativo intervento, bilanciato tra ristrutturazione delle preesistenze e nuove integrazioni. Il museo originario era collocato in un edificio storico, vincolato dalla Soprintendenza, dove sin dal 1891 venivano esposte le opere d’arte rimosse dal complesso del Duomo (cattedrale, campanile e battistero).
Il progetto prevedeva l’ampliamento del museo sfruttando il grande volume di un edificio adiacente che l’Opera del Duomo aveva acquistato nel 1997. Tale edificio coincideva con le strutture originarie del teatro degli Intrepidi realizzato alla fine del ‘700 che, esaurita la funzione teatrale, all’inizio del novecento aveva subito delle trasformazioni che lo portarono nel secondo dopoguerra alla sua ultima destinazione ad uso garage (il “garage Duomo”) ed infine a magazzino.
Questo spazio, strettamente collegato con l’edificio esistente, è diventato il cuore del nuovo museo, un grande volume illuminato da luce naturale dove si affacciano tre gallerie, una vera e propria piazza dove è stata ricostruita in scala reale l’antica facciata medievale del Duomo, distrutta nel 1587. Un enorme modello in resina e polvere di alabastro, largo 36 metri e alto 16 metri. Di fronte alla facciata teche altamente tecnologiche conservano le porte del Battistero, tra cui la celebre porta del Paradiso del Ghiberti, vero capolavoro rinascimentale.
Progetto strutturale - abbiamo fatto...
Le opere strutturali che hanno permesso di realizzare la nuova configurazione degli spazi espositivi si possono suddividere in vari interventi con tipologie ben distinte fra loro.
Gli elementi costruttivi verticali sono per la maggior parte “murari” ed anche preesistenti; I nuovi passaggi sono stati così tutti realizzati per taglio meccanico delle murature esistenti praticamente già a misura delle nuove aperture, bordando il taglio stesso con irrigidenti metallici di spigolo e riaggregazioni murarie per iniezioni di malta pompabile su tutto il perimetro.
La parete verticale che prospetta sulla grande sala del Paradiso si presenta con un “casellario” di pieni e di vuoti, all’interno dei quali trovano il proprio alloggiamento, a terra, le tre teche delle porte del Paradiso. Questa parete è l’unica che è stata configurata in calcestruzzo armato ed all’interno delle tozze travi orizzontali ricorrono in più di un caso, concentrazioni di armatura in acciaio ottenute con l’inserimento di profili a sezione aperta della serie HE.
Le grandi capriate di copertura della sala del Paradiso, arrivate in cantiere smontate nei loro singoli componenti e già protette con la loro verniciatura antincendio, sono state assemblate su una platea provvisionale montata a livello del grigliato dei lacunari e posizionate nella loro geometria definitiva. L’altezza sul displuvio di sommità è pari a cinque metri e mezzo rispetto alla catena inferiore, mentre la superficie che viene coperta raggiunge i 35 metri per 14 di luce libera.
Questi sono i numeri che danno approssimativamente la dimensione dei lavori eseguiti:
- sono stati tagliati con sistemi meccanici, circa 350 metri cubi di muratura compatta;
- sono stati gettati 1000 metri cubi di calcestruzzo armato con quasi 95.000 chili di tondo di acciaio;
- i nuovi solai si estendono per 3000 metri quadrati utilizzando circa 8.000 spillature metalliche per ancorarsi alle strutture murarie esistenti;
- abbiamo consolidato quasi 5000 metri quadrati di antiche murature ed impiegato 270.000 chili di acciaio in travi a profilo aperto e in tubolare di medio spessore.
I bulloni impiegati nella costruzione delle carpenterie metalliche, è un numero imprecisato a cinque cifre!
Coordinamento della sicurezza - abbiamo fatto...
L’edificio si trova nel pieno centro di Firenze, in una zona storica ed intensamente edificata prospiciente piazza del Duomo, completamente pedonalizzata, ma che nella zona specifica si presenta stretta tra gli edifici e la porzione tergale della Cattedrale lasciando poco spazio a disposizione. Un ulteriore elemento che ha condizionato l’organizzazione del cantiere è stata la scelta della committenza di mantenere attiva la porzione del Museo preesistente che è rimasto visitabile fino al maggio del 2014.
Per questo, l’area logistica di supporto era stata organizzata in due distinte zone: una prospiciente il Museo con funzione di stoccaggio e movimentazione materiali e l’altra, individuata nell’area adiacente alla zona absidale del Duomo per sosta mezzi e supporto logistico organizzata su due livelli mediante l’assemblaggio in verticale di box prefabbricati con gli ambienti si servizio al piano terra e gli uffici delle varie imprese e per la D.L. al piano primo.
Per ottimizzare gli spazi esterni e meglio servire l’intero cantiere fu installata una gru all’interno del nuovo vano ascensore in posizione centrale rispetto all’area d’intervento. Da qui con una gru di “soli” 45m di braccio (anche perché dimensioni maggiori avrebbero impattato con la cupola del Brunelleschi!) è stato possibile servire in maniera ottimale tutte le zone del cantiere fino al completamento delle coperture.
Dal punto di vista delle lavorazioni previste, la problematica più importante affrontata è stata la riduzione del rischio delle cadute dall’alto. In questo cantiere sono stati eseguiti lavori in quota per l’esecuzione di nuovi solai, nuove strutture in c.a., svariati mq d’intonaco e consolidamento murario oltre alla ricostruzione dell’ampia copertura della futura sala del Paradiso. Tutte operazioni che esponevano per svariate ore i lavoratori a potenziale rischio caduta. Per limitare il più possibile tale rischio sono stati eseguiti diversi metri quadri di piani provvisionali di tipo continuo per lo più mediante ampie platee in elementi prefabbricati, dando la possibilità di assemblare i solai alla quota di progetto. La realizzazione della nuova copertura della sala del Paradiso, ad esempio, è stata possibile mediante l’esecuzione di una platea di sostegno su un impronta di circa 500mq che ha permesso agli operai di lavorare tra i 14 ed i 20 metri dall’attuale pavimento della sala del Paradiso in perfetta sicurezza.